La vasta formazione orografica di Pian Sultano, ricca di testimonianze archeologiche, è nota in particolare per l'insediamento del Bronzo Medio del versante occidentale e per le tombe a camera ricordate tra gli altri da Coppi, Bastianelli e Mengarelli, di cui alcuni esemplari realizzati con tecnica costruttiva mediante l'impiego di megaliti e blocchi furono attribuiti da Puglisi all'età del bronzo. Nel 1971 è stato rinvenuto il crepaccio 1, con materiali del Bronzo Antico e Medio. Nel 1997, nel corso di ricerche speleologiche intraprese almeno un anno prima, Attilio Nini rinvenne il crepaccio 2, poche centinaia di metri più a sud lungo lo stesso sistema di ciglioni del banco di travertino. Le successive ricerche condotte dalla Soprintendenza Archeologica per l'Etruria Meridionale nel crepaccio 2 hanno permesso di rilevare la posizione di giacitura e di recuperare il notevole complesso di materiali ceramici e faunistici, associati a resti scheletrici umani di cui si fornisce la descrizione e l'inquadramento cronologico, che, sulla base dei confronti, riconduce le attività cultuali svolte nel crepaccio, delle quali l'aspetto funerario costituisce solo il segmento per ora più percepibile, a un momento terminale dell'antica età del bronzo.
Il crepaccio 2 di Pian Sultano (Tolfa – RM)
DE GROSSI MAZZORIN, Jacopo;
2002-01-01
Abstract
La vasta formazione orografica di Pian Sultano, ricca di testimonianze archeologiche, è nota in particolare per l'insediamento del Bronzo Medio del versante occidentale e per le tombe a camera ricordate tra gli altri da Coppi, Bastianelli e Mengarelli, di cui alcuni esemplari realizzati con tecnica costruttiva mediante l'impiego di megaliti e blocchi furono attribuiti da Puglisi all'età del bronzo. Nel 1971 è stato rinvenuto il crepaccio 1, con materiali del Bronzo Antico e Medio. Nel 1997, nel corso di ricerche speleologiche intraprese almeno un anno prima, Attilio Nini rinvenne il crepaccio 2, poche centinaia di metri più a sud lungo lo stesso sistema di ciglioni del banco di travertino. Le successive ricerche condotte dalla Soprintendenza Archeologica per l'Etruria Meridionale nel crepaccio 2 hanno permesso di rilevare la posizione di giacitura e di recuperare il notevole complesso di materiali ceramici e faunistici, associati a resti scheletrici umani di cui si fornisce la descrizione e l'inquadramento cronologico, che, sulla base dei confronti, riconduce le attività cultuali svolte nel crepaccio, delle quali l'aspetto funerario costituisce solo il segmento per ora più percepibile, a un momento terminale dell'antica età del bronzo.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.