Si mettono a fuoco alcuni aspetti dell'iconografia del ‘guerriero’ nel mondo apulo, attraverso l’analisi delle principali evidenze archeologiche, inquadrabili durante la seconda metà del IV sec. a.C., rinvenute in Messapia, Peucezia e Daunia. Per raggiungere l’obiettivo è stata preliminarmente effettuata una schedatura - esclusivamente basata sull’edito - sia delle armi (funzionali e non; riproduzioni miniaturistiche e fittili) sia della documentazione artistica e artigianale caratterizzata dalla raffigurazione di personaggi armati o di componenti dell’equipaggiamento dei guerrieri. Nell’ambito del lavoro di censimento, al fine di costituire un campione di dati il più possibile significativo, particolare attenzione è stata prestata alle informazioni sulla natura e composizione dei contesti di rinvenimento relativi alla documentazione oggetto di studio. L’approccio adottato ha consentito non solo di riconoscere gli elementi dell’armamento ricorrenti nei diversi comparti etnico-territoriali (e, pertanto di valorizzare caratteristiche comuni e peculiarità), ma anche di valutare il significato attribuito al ruolo del ‘guerriero’ all’interno delle singole comunità epicorie. Nell’illustrare i risultati della ricerca ci soffermeremo in particolare sui dati relativi alla Messapia, un’area ad oggi marginalmente presa in considerazione nei contributi che trattano di armi e guerrieri a causa dell'esiguità delle informazioni note sul tema fino in tempi recenti. Negli ultimi anni, tuttavia, il panorama documentario riferibile alla Messapia si è notevolmente ampliato grazie alla pubblicazione di importanti complessi archeologici, peculiarmente segnati da armi o dalla rappresentazione di armati, individuati nel corso sia di recenti indagini sul terreno condotte nel Salento sia di studi incentrati sui 'vecchi rinvenimenti'. Le scoperte effettuate in vari siti della regione messapica, oltre ad arricchire il dossier degli elementi utili a sviluppare il discorso sull'iconografia del ‘guerriero’, aiutano a leggere in un più articolato contesto di riferimento alcune importanti attestazioni - v., ad esempio, il fregio d'armi dipinte della tomba 12 di Egnazia – acquisite ormai da tempo nella letteratura archeologica. L'analisi dei rinvenimenti permette inoltre di evidenziare che l'acquisizione di ceramiche apule con armi e guerrieri – rappresentati entro il naiskos o inseriti in scene che sviluppano temi connessi alla vita quotidiana degli indigeni – appare in Messapia un fenomeno decisamente sporadico. Sulla base dei dati noti è invece possibile affermare che vasi caratterizzati da tali immagini risultano presenti in quantità considerevoli sia in Peucezia che in Daunia: non a caso le armi ricorrenti nelle raffigurazioni risultano sotto molti aspetti confrontabili con quelle rinvenute nelle ricche necropoli di numerosi insediamenti indigeni della Puglia centro-settentrionale e della Basilicata.

L'iconografia del guerriero nel mondo apulo

MANNINO, Caterina
2004-01-01

Abstract

Si mettono a fuoco alcuni aspetti dell'iconografia del ‘guerriero’ nel mondo apulo, attraverso l’analisi delle principali evidenze archeologiche, inquadrabili durante la seconda metà del IV sec. a.C., rinvenute in Messapia, Peucezia e Daunia. Per raggiungere l’obiettivo è stata preliminarmente effettuata una schedatura - esclusivamente basata sull’edito - sia delle armi (funzionali e non; riproduzioni miniaturistiche e fittili) sia della documentazione artistica e artigianale caratterizzata dalla raffigurazione di personaggi armati o di componenti dell’equipaggiamento dei guerrieri. Nell’ambito del lavoro di censimento, al fine di costituire un campione di dati il più possibile significativo, particolare attenzione è stata prestata alle informazioni sulla natura e composizione dei contesti di rinvenimento relativi alla documentazione oggetto di studio. L’approccio adottato ha consentito non solo di riconoscere gli elementi dell’armamento ricorrenti nei diversi comparti etnico-territoriali (e, pertanto di valorizzare caratteristiche comuni e peculiarità), ma anche di valutare il significato attribuito al ruolo del ‘guerriero’ all’interno delle singole comunità epicorie. Nell’illustrare i risultati della ricerca ci soffermeremo in particolare sui dati relativi alla Messapia, un’area ad oggi marginalmente presa in considerazione nei contributi che trattano di armi e guerrieri a causa dell'esiguità delle informazioni note sul tema fino in tempi recenti. Negli ultimi anni, tuttavia, il panorama documentario riferibile alla Messapia si è notevolmente ampliato grazie alla pubblicazione di importanti complessi archeologici, peculiarmente segnati da armi o dalla rappresentazione di armati, individuati nel corso sia di recenti indagini sul terreno condotte nel Salento sia di studi incentrati sui 'vecchi rinvenimenti'. Le scoperte effettuate in vari siti della regione messapica, oltre ad arricchire il dossier degli elementi utili a sviluppare il discorso sull'iconografia del ‘guerriero’, aiutano a leggere in un più articolato contesto di riferimento alcune importanti attestazioni - v., ad esempio, il fregio d'armi dipinte della tomba 12 di Egnazia – acquisite ormai da tempo nella letteratura archeologica. L'analisi dei rinvenimenti permette inoltre di evidenziare che l'acquisizione di ceramiche apule con armi e guerrieri – rappresentati entro il naiskos o inseriti in scene che sviluppano temi connessi alla vita quotidiana degli indigeni – appare in Messapia un fenomeno decisamente sporadico. Sulla base dei dati noti è invece possibile affermare che vasi caratterizzati da tali immagini risultano presenti in quantità considerevoli sia in Peucezia che in Daunia: non a caso le armi ricorrenti nelle raffigurazioni risultano sotto molti aspetti confrontabili con quelle rinvenute nelle ricche necropoli di numerosi insediamenti indigeni della Puglia centro-settentrionale e della Basilicata.
2004
9788890360763
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