La riforma del Titolo V della Costituzione ha fornito al legislatore statale uno strumento – la potestà di determinare i livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale – che può assumere notevole rilevanza per la materia urbanistica. Esso potrebbe garantire, sul piano delle regole sostanziali, il “controllo” centrale sull’attività delle Regioni e degli Enti locali, affinché le loro concrete scelte di politica e gestione del territorio rispettino una koinè di regole fondamentali, non solo quantitative, ma anche qualitative (ovvero esigenziali). Esso potrebbe altresì consentire al livello centrale di “controllare” l’evoluzione dei sistemi di pianificazione locale da un punto di vista (anche) procedimentale, racchiudendo in uno “statuto” l’insieme delle regole che devono guidare il metodo mediante il quale si perviene alla formazione delle scelte urbanisticamente rilevanti. La vis expansiva insita nello strumento dei livelli essenziali potrebbe spingersi allora sino ad allocare nel livello statale un osservatorio efficiente, una cabina di regia incisiva (e un … braccio secolare rapido nell’incursione di pronto intervento), che assicurino (almeno) il governo d’apice del sistema dei piani: i successivi segmenti procedimentali potrebbero in tal modo essere lasciati con più tranquillità alla regolazione esclusiva delle autonomie territoriali, ormai coese dalla tenuta dell’ancoraggio comune. Si tratterebbe, poi, di liberare le sequenze pianificatorie dalle logiche di uno statuto primaziale riservato all’una o all’altra figura pubblica, al fine di attivare importanti processi di desoggettivazione del sistema dei piani, nel quale ogni attore istituzionale sarà legittimato nel suo apporto costruttivo dalla propria oggettiva contiguità al “problema” posto dalla specifica trattazione della concreta trama territoriale: delineandosi in tal modo l’immagine complessiva di una urbanistica adespota e per livelli essenziali.

Le disuguaglianze sostenibili nell'urbanistica

PORTALURI, Pier Luigi
2006-01-01

Abstract

La riforma del Titolo V della Costituzione ha fornito al legislatore statale uno strumento – la potestà di determinare i livelli essenziali delle prestazioni concernenti diritti civili e sociali da garantire su tutto il territorio nazionale – che può assumere notevole rilevanza per la materia urbanistica. Esso potrebbe garantire, sul piano delle regole sostanziali, il “controllo” centrale sull’attività delle Regioni e degli Enti locali, affinché le loro concrete scelte di politica e gestione del territorio rispettino una koinè di regole fondamentali, non solo quantitative, ma anche qualitative (ovvero esigenziali). Esso potrebbe altresì consentire al livello centrale di “controllare” l’evoluzione dei sistemi di pianificazione locale da un punto di vista (anche) procedimentale, racchiudendo in uno “statuto” l’insieme delle regole che devono guidare il metodo mediante il quale si perviene alla formazione delle scelte urbanisticamente rilevanti. La vis expansiva insita nello strumento dei livelli essenziali potrebbe spingersi allora sino ad allocare nel livello statale un osservatorio efficiente, una cabina di regia incisiva (e un … braccio secolare rapido nell’incursione di pronto intervento), che assicurino (almeno) il governo d’apice del sistema dei piani: i successivi segmenti procedimentali potrebbero in tal modo essere lasciati con più tranquillità alla regolazione esclusiva delle autonomie territoriali, ormai coese dalla tenuta dell’ancoraggio comune. Si tratterebbe, poi, di liberare le sequenze pianificatorie dalle logiche di uno statuto primaziale riservato all’una o all’altra figura pubblica, al fine di attivare importanti processi di desoggettivazione del sistema dei piani, nel quale ogni attore istituzionale sarà legittimato nel suo apporto costruttivo dalla propria oggettiva contiguità al “problema” posto dalla specifica trattazione della concreta trama territoriale: delineandosi in tal modo l’immagine complessiva di una urbanistica adespota e per livelli essenziali.
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