Gli studi raccolti in questo volume, molto innovativi, investono aspetti e nodi critici fondamentali largamente inesplorati. Dalla riconversione in linee coerenti del quadro apparentemente frammentato degli scritti di teoria letteraria e teatrale nel primo Settecento, tra la generazione di Gravina e quella di Metastasio, alla rivalutazione di un eccezionale divulgatore del gusto antiquario e neoclassico, Gian Lodovico Bianconi, molto legato a Winckelmann; dalla finora insospettata e pur massiccia presenza – grazie a rifacimenti e traduzioni pur approssimative – del Pope di An essay on Man (molto più marcata di quello del Rape of the Lock) nell’elaborazione testuale del Giorno di Parini al modello di Tasso operante tra Goethe e Monti, del quale per la prima volta si entra nella genesi e nel lavoro di una sua traduzione rimasta allo stato di abbozzo; dalla ricostruzione semantica dei concetti di pittoresco e di grazia, che Bertola rielabora sotto l’influsso evidente di autori come Gessner e Sulzer, all’analisi, condotta sull’originale tedesco, dei giudizi (e pregiudizi) di A. W. Schlegel nei confronti dell’Alfieri tragico; dalla ripresa in chiave patetica del linguaggio tragico alfieriano in un poeta di transizione come Ippolito Pindemonte all’esame di varianti d’autore intorno ad alcuni nuclei semantici vitalissimi dell’Ortis foscoliano, nonché – per la prima volta – all’ampia analisi di un testo apparso agli albori dell’Ottocento, da Berchet recensito in ben tre puntate sul «Conciliatore», ma finora mai valutato e solo assai raramente e lacunosamente citato: la Storia della poesia e dell’eloquenza di Friedrich Bouterwek, che non inciderà meno della lezione del più giovane dei fratelli Schlegel sulla cultura e sul gusto dei nostri romantici.
Dall’età dell’Arcadia al "Conciliatore". Aspetti teorici, elaborazioni testuali, percorsi europei.
CAMERINO, Giuseppe Antonio
2006-01-01
Abstract
Gli studi raccolti in questo volume, molto innovativi, investono aspetti e nodi critici fondamentali largamente inesplorati. Dalla riconversione in linee coerenti del quadro apparentemente frammentato degli scritti di teoria letteraria e teatrale nel primo Settecento, tra la generazione di Gravina e quella di Metastasio, alla rivalutazione di un eccezionale divulgatore del gusto antiquario e neoclassico, Gian Lodovico Bianconi, molto legato a Winckelmann; dalla finora insospettata e pur massiccia presenza – grazie a rifacimenti e traduzioni pur approssimative – del Pope di An essay on Man (molto più marcata di quello del Rape of the Lock) nell’elaborazione testuale del Giorno di Parini al modello di Tasso operante tra Goethe e Monti, del quale per la prima volta si entra nella genesi e nel lavoro di una sua traduzione rimasta allo stato di abbozzo; dalla ricostruzione semantica dei concetti di pittoresco e di grazia, che Bertola rielabora sotto l’influsso evidente di autori come Gessner e Sulzer, all’analisi, condotta sull’originale tedesco, dei giudizi (e pregiudizi) di A. W. Schlegel nei confronti dell’Alfieri tragico; dalla ripresa in chiave patetica del linguaggio tragico alfieriano in un poeta di transizione come Ippolito Pindemonte all’esame di varianti d’autore intorno ad alcuni nuclei semantici vitalissimi dell’Ortis foscoliano, nonché – per la prima volta – all’ampia analisi di un testo apparso agli albori dell’Ottocento, da Berchet recensito in ben tre puntate sul «Conciliatore», ma finora mai valutato e solo assai raramente e lacunosamente citato: la Storia della poesia e dell’eloquenza di Friedrich Bouterwek, che non inciderà meno della lezione del più giovane dei fratelli Schlegel sulla cultura e sul gusto dei nostri romantici.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.