La postmodernità non può cancellare le faticose conquiste dell’età moderna, ma invoca il superamento dei limiti e degli errori pur presenti nello sviluppo dei paesi occidentali, per debellarne l’autoreferenzialità e definire più ampi ambiti di appartenenza e prospettive di cambiamento. Si pone in educazione il problema della valutazione circa gli esiti presenti e futuri di un cambiamento comunque considerato epocale e globale L’innovazione sembra essere diventata la garanzia del progresso, in educazione tuttavia occorre governare il cambiamento per sapere se si tratta di un mutamento evolutivo o meno, e in qual misura contiene e promette potenzialità di sviluppo positive e armoniche; occorre considerare il rapporto fra identità e cambiamento e prospettare il nuovo in termini di direzione dello sviluppo e non soltanto di accrescimento delle opportunità. La crisi della modernità all’interno della civiltà che l’ha generata sembra esprimere una difficoltà di co-evoluzione, di confronto costruttivo con diversità interne ed esterne non più assimilabili, più che la fine di un percorso nella modernità che ne possa totalmente negare le connotazioni con una svolta epocale. Il saggio, nel delineare paradigmi pedagogici e istanze educative della postmodernità, sostiene un punto di vista decentrato ed un “pensiero plurale” nella considerazione delle linee e delle possibilità di sviluppo dell’educazione nell’Occidente e nel mondo, e considera la necessità che la critica alla modernità, come espressione della cultura occidentale, incontri, riconosca e valorizzi le prospettive di accesso alla modernità che emergono, o potrebbero emergere, dall’impegno per lo sviluppo degli altri popoli.
L’educazione interculturale fra postmoderno e nuove vie alla modernità
PERUCCA, Angela
2004-01-01
Abstract
La postmodernità non può cancellare le faticose conquiste dell’età moderna, ma invoca il superamento dei limiti e degli errori pur presenti nello sviluppo dei paesi occidentali, per debellarne l’autoreferenzialità e definire più ampi ambiti di appartenenza e prospettive di cambiamento. Si pone in educazione il problema della valutazione circa gli esiti presenti e futuri di un cambiamento comunque considerato epocale e globale L’innovazione sembra essere diventata la garanzia del progresso, in educazione tuttavia occorre governare il cambiamento per sapere se si tratta di un mutamento evolutivo o meno, e in qual misura contiene e promette potenzialità di sviluppo positive e armoniche; occorre considerare il rapporto fra identità e cambiamento e prospettare il nuovo in termini di direzione dello sviluppo e non soltanto di accrescimento delle opportunità. La crisi della modernità all’interno della civiltà che l’ha generata sembra esprimere una difficoltà di co-evoluzione, di confronto costruttivo con diversità interne ed esterne non più assimilabili, più che la fine di un percorso nella modernità che ne possa totalmente negare le connotazioni con una svolta epocale. Il saggio, nel delineare paradigmi pedagogici e istanze educative della postmodernità, sostiene un punto di vista decentrato ed un “pensiero plurale” nella considerazione delle linee e delle possibilità di sviluppo dell’educazione nell’Occidente e nel mondo, e considera la necessità che la critica alla modernità, come espressione della cultura occidentale, incontri, riconosca e valorizzi le prospettive di accesso alla modernità che emergono, o potrebbero emergere, dall’impegno per lo sviluppo degli altri popoli.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.