Il contributo offre una visione di sintesi sulla circolazione delle anfore e sui traffici commerciali nel comprensorio ionico-adriatico bizantino e medievale, partendo dall’analisi dei dati pugliesi. Il territorio in esame durante l’Altomedioevo è perfettamente integrato nell’orizzonte culturale e politico di Bisanzio e per questo, connesso ad una rete di scambio di merci provenienti in modo preponderante dall’Egeo e dal Mediterraneo orientale. A questo network commerciale, inoltre, partecipano attivamente alcuni territori, come ad esempio quello della città di Otranto, immettendo sul mercato alcuni prodotti (olio, vino) trasportati in anfore globulari fabbricate in città. Per la comprensione delle direttrici di questi traffici, assumono un grande rilievo i tanti rinvenimenti di contenitori riconducibili principalmente a produzioni egee e orientali. Anfore d’importazione sono state rinvenute in siti costieri e in contesti subacquei, sia sul versante adriatico sia su quello ionico della Puglia. In particolare dal cosiddetto Cantiere 2 di Otranto provengono una serie di anfore dall’impianto morfologico molto simile tra di loro e genericamente assimilabili ai tipi delle Byzantine Globular-Ovoid Amphorae rinvenute in varie località dell’Egeo, alla Saraçhane type 44, alle più tarde Bozburun Class 1 e alle anfore del relitto Yenicapı 12. La varietà di impasti suggerisce che questi contenitori siano stati prodotti in vari centri del Mediterraneo orientale, tra i quali non si possono escludere Creta e le isole egee più orientali, oggi note anche grazie alle scoperte più recenti di centri manifatturieri a Coo e Lisso. Gli assetti commerciali e i contenitori da trasporto subiscono un notevole cambiamento a partire dalla fine del IX - X secolo. Lo studio della circolazione delle anfore medievali nel basso Adriatico sostanzialmente ha preso avvio grazie alla pubblicazione (1992) di un esteso scavo eseguito ad Otranto alla fine degli anni ’70 (Cantiere 1). Una prima classificazione dei contenitori da trasporto, principalmente attribuibili al X-XIII secolo, portò all’identificazione di 24 tipi, parte dei quali corrispondono alle serie di prodotti bizantini importati dall’area di Costantinopoli, dal Mar Nero, dall’Egeo che negli stessi anni erano stati studiati da Nergis Günsenin. I tipi 1 e 2 della serie di Otranto, ritenuti prodotti del comprensorio adriatico sud-occidentale, negli ultimi anni sono stati identificati in vari siti dell’Adriatico e non solo, sia in contesti indagati stratigraficamente, sia grazie a recuperi subacquei. Oltre alla possibile area di produzione già ipotizzata da P. Arthur, è stata avanzata l’ipotesi che una manifattura fosse attiva a Corinto, mentre un possibile scarto di produzione proviene dalla Calabria ionica. La presentazione dei dati verte su una nuova proposta di seriazione in cinque gruppi distinti, in modo preponderante su base morfologica. La circolazione delle anfore mediobizantine adriatiche sembra collocarsi all’interno di un rinnovato network commerciale bizantino, poi anche normanno, che sembra avere il suo fulcro in area adriatica, ma in grado di veicolare merci in un comprensorio più ampio.

Anfore e reti commerciali nel Basso Adriatico tra VIII e XII secolo

Leo Imperiale, Marco
2018-01-01

Abstract

Il contributo offre una visione di sintesi sulla circolazione delle anfore e sui traffici commerciali nel comprensorio ionico-adriatico bizantino e medievale, partendo dall’analisi dei dati pugliesi. Il territorio in esame durante l’Altomedioevo è perfettamente integrato nell’orizzonte culturale e politico di Bisanzio e per questo, connesso ad una rete di scambio di merci provenienti in modo preponderante dall’Egeo e dal Mediterraneo orientale. A questo network commerciale, inoltre, partecipano attivamente alcuni territori, come ad esempio quello della città di Otranto, immettendo sul mercato alcuni prodotti (olio, vino) trasportati in anfore globulari fabbricate in città. Per la comprensione delle direttrici di questi traffici, assumono un grande rilievo i tanti rinvenimenti di contenitori riconducibili principalmente a produzioni egee e orientali. Anfore d’importazione sono state rinvenute in siti costieri e in contesti subacquei, sia sul versante adriatico sia su quello ionico della Puglia. In particolare dal cosiddetto Cantiere 2 di Otranto provengono una serie di anfore dall’impianto morfologico molto simile tra di loro e genericamente assimilabili ai tipi delle Byzantine Globular-Ovoid Amphorae rinvenute in varie località dell’Egeo, alla Saraçhane type 44, alle più tarde Bozburun Class 1 e alle anfore del relitto Yenicapı 12. La varietà di impasti suggerisce che questi contenitori siano stati prodotti in vari centri del Mediterraneo orientale, tra i quali non si possono escludere Creta e le isole egee più orientali, oggi note anche grazie alle scoperte più recenti di centri manifatturieri a Coo e Lisso. Gli assetti commerciali e i contenitori da trasporto subiscono un notevole cambiamento a partire dalla fine del IX - X secolo. Lo studio della circolazione delle anfore medievali nel basso Adriatico sostanzialmente ha preso avvio grazie alla pubblicazione (1992) di un esteso scavo eseguito ad Otranto alla fine degli anni ’70 (Cantiere 1). Una prima classificazione dei contenitori da trasporto, principalmente attribuibili al X-XIII secolo, portò all’identificazione di 24 tipi, parte dei quali corrispondono alle serie di prodotti bizantini importati dall’area di Costantinopoli, dal Mar Nero, dall’Egeo che negli stessi anni erano stati studiati da Nergis Günsenin. I tipi 1 e 2 della serie di Otranto, ritenuti prodotti del comprensorio adriatico sud-occidentale, negli ultimi anni sono stati identificati in vari siti dell’Adriatico e non solo, sia in contesti indagati stratigraficamente, sia grazie a recuperi subacquei. Oltre alla possibile area di produzione già ipotizzata da P. Arthur, è stata avanzata l’ipotesi che una manifattura fosse attiva a Corinto, mentre un possibile scarto di produzione proviene dalla Calabria ionica. La presentazione dei dati verte su una nuova proposta di seriazione in cinque gruppi distinti, in modo preponderante su base morfologica. La circolazione delle anfore mediobizantine adriatiche sembra collocarsi all’interno di un rinnovato network commerciale bizantino, poi anche normanno, che sembra avere il suo fulcro in area adriatica, ma in grado di veicolare merci in un comprensorio più ampio.
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