Responsabile PON dottorati industriali (progetto vinto su bando MIUR, codice DOT1312788) vincita progetto MIUR con approvazione di una borsa aggiuntiva nel Dottorato di Ricerca in Human and Social Sciences dell’Università del Salento nell’ambito del PON FSE-FESR Ricerca e Innovazione 2015/2010. Tema della ricerca: «Community hub ed empowerment dei luoghi». In linea con la Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente e con le direttive dell’European Commission Institute for Prospective Technological Studies, la ricerca vuole attivare un meccanismo di ascolto strategico per ripensare il motore di sviluppo sostenibile del nostro Paese, focalizzandosi sui beni comuni e su pratiche innovative capaci di stimolare e fare dialogare le varie istanze del territorio. A partire dal caso di studio di due aziende speculari, impiantante, una, nel sud Italia, l’altra nella capitale albanese, la ricerca guarda alla possibilità di vedere le imprese di produzione come patrimonio comune che fondano la loro ragion d’essere su una visione strategica di sviluppo sostenibile a partire dalle risorse territoriali (cervelli e humus culturale). Il dottorando impegnato nella ricerca sta verificando se e in che modo aziende che operano nel rispetto della Global Compact delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, diritti dei lavoratori e protezione dell’ambiente, non solo garantiscono alla propria azienda i benefici connessi con una condotta socialmente responsabile (migliori rapporti col personale e pertanto maggiore produttività), ma possono essere soggetti attivi per il bene comune. Come ci ricorda il sociologo Bauman, per superare la crisi che ci attanaglia non serve cercare «soluzioni personali a contraddizioni sistemiche», né cercare «la salvezza individuale da problemi comuni. Tale strategia ha ben poche speranze di sortire gli effetti desiderati, dal momento che non intacca le radici stesse dell’insicurezza; […] questo ripiegare sulle nostre risorse e capacità individuali alimenta nel mondo quell’insicurezza che tentiamo di fuggire» (Z. Bauman 2007, Voglia di comunità, Laterza, p V). Cercare soluzioni per risolvere l’effetto, e non la causa, è un atteggiamento individualisticamente miope che non porta risultati a medio-lungo termine. Per questo è utile costruire connessioni, non litigare tra deboli. Vogliamo sperimentare una soluzione pilota applicativa che possa funzionare da prototipo di buone pratiche, supportati dalle nuove tecnologie. Il ruolo attribuito dalla ricerca alle nuove tecnologie mira ad estirpare equivoci e banalità proprie del senso comune: nell’industria culturale le nuove tecnologie non rappresentano solo una sostituzione tecnologica, ma incidono in modo sostanziale nella sfera pubblica, contribuendo alla costruzione della realtà. La ricerca si propone strategicamente di ideare e tradurre in progetto e un nuovo modello di crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva per contribuire scientificamente alla crescita del nostro Paese affinché sia sempre più efficiente, sostenibile ed inclusiva, secondo quanto indicato dalla strategia Europa 2020.

Community hub ed empowerment dei luoghi. Responsabile ricerca PON dottorati industriali (progetto vinto su bando MIUR, codice DOT1312788)

gigliotti domenico
;
siciliano sarah
2020-01-01

Abstract

Responsabile PON dottorati industriali (progetto vinto su bando MIUR, codice DOT1312788) vincita progetto MIUR con approvazione di una borsa aggiuntiva nel Dottorato di Ricerca in Human and Social Sciences dell’Università del Salento nell’ambito del PON FSE-FESR Ricerca e Innovazione 2015/2010. Tema della ricerca: «Community hub ed empowerment dei luoghi». In linea con la Strategia Nazionale di Specializzazione Intelligente e con le direttive dell’European Commission Institute for Prospective Technological Studies, la ricerca vuole attivare un meccanismo di ascolto strategico per ripensare il motore di sviluppo sostenibile del nostro Paese, focalizzandosi sui beni comuni e su pratiche innovative capaci di stimolare e fare dialogare le varie istanze del territorio. A partire dal caso di studio di due aziende speculari, impiantante, una, nel sud Italia, l’altra nella capitale albanese, la ricerca guarda alla possibilità di vedere le imprese di produzione come patrimonio comune che fondano la loro ragion d’essere su una visione strategica di sviluppo sostenibile a partire dalle risorse territoriali (cervelli e humus culturale). Il dottorando impegnato nella ricerca sta verificando se e in che modo aziende che operano nel rispetto della Global Compact delle Nazioni Unite in materia di diritti umani, diritti dei lavoratori e protezione dell’ambiente, non solo garantiscono alla propria azienda i benefici connessi con una condotta socialmente responsabile (migliori rapporti col personale e pertanto maggiore produttività), ma possono essere soggetti attivi per il bene comune. Come ci ricorda il sociologo Bauman, per superare la crisi che ci attanaglia non serve cercare «soluzioni personali a contraddizioni sistemiche», né cercare «la salvezza individuale da problemi comuni. Tale strategia ha ben poche speranze di sortire gli effetti desiderati, dal momento che non intacca le radici stesse dell’insicurezza; […] questo ripiegare sulle nostre risorse e capacità individuali alimenta nel mondo quell’insicurezza che tentiamo di fuggire» (Z. Bauman 2007, Voglia di comunità, Laterza, p V). Cercare soluzioni per risolvere l’effetto, e non la causa, è un atteggiamento individualisticamente miope che non porta risultati a medio-lungo termine. Per questo è utile costruire connessioni, non litigare tra deboli. Vogliamo sperimentare una soluzione pilota applicativa che possa funzionare da prototipo di buone pratiche, supportati dalle nuove tecnologie. Il ruolo attribuito dalla ricerca alle nuove tecnologie mira ad estirpare equivoci e banalità proprie del senso comune: nell’industria culturale le nuove tecnologie non rappresentano solo una sostituzione tecnologica, ma incidono in modo sostanziale nella sfera pubblica, contribuendo alla costruzione della realtà. La ricerca si propone strategicamente di ideare e tradurre in progetto e un nuovo modello di crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva per contribuire scientificamente alla crescita del nostro Paese affinché sia sempre più efficiente, sostenibile ed inclusiva, secondo quanto indicato dalla strategia Europa 2020.
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