Il ventisettesimo film di Ken Loach nasce durante la lavorazione del precedente, Io, Daniel Blake (2016), girato nella stessa area di Newcastle upon Tyne, nel nord-est dell’Inghilterra. Dall’osservazione delle condizioni di lavoro dei corrieri nasce la consueta opera di documentazione dello sceneggiatore Paul Laverty, che ricostruisce i meccanismi della cosiddetta gig economy, in italiano “economia dei lavoretti”: un sottobosco di neo-precariato al servizio delle piattaforme di consegna a domicilio e di altri lavori a chiamata. Non si tratta delle problematiche di un solo segmento produttivo in un solo paese, ma di una fase storica il cui carattere globale, secondo il sociologo Stefano Cristante, è stato il concetto-chiave di low cost, l’orizzonte chiuso del consumo e del lavoro.
Titolo: | Il realismo nell'epoca della gig economy |
Autori: | |
Data di pubblicazione: | 2020 |
Rivista: | |
Abstract: | Il ventisettesimo film di Ken Loach nasce durante la lavorazione del precedente, Io, Daniel Blake (2016), girato nella stessa area di Newcastle upon Tyne, nel nord-est dell’Inghilterra. Dall’osservazione delle condizioni di lavoro dei corrieri nasce la consueta opera di documentazione dello sceneggiatore Paul Laverty, che ricostruisce i meccanismi della cosiddetta gig economy, in italiano “economia dei lavoretti”: un sottobosco di neo-precariato al servizio delle piattaforme di consegna a domicilio e di altri lavori a chiamata. Non si tratta delle problematiche di un solo segmento produttivo in un solo paese, ma di una fase storica il cui carattere globale, secondo il sociologo Stefano Cristante, è stato il concetto-chiave di low cost, l’orizzonte chiuso del consumo e del lavoro. |
Handle: | http://hdl.handle.net/11587/440035 |
Appare nelle tipologie: | Articolo pubblicato su Rivista |