Viviamo in un momento di emergenza della questione dell’altro e quindi riteniamo che questo nostro incontro su di essa incentrato possa risultare quanto mai attuale e contribuire a una riflessione e a una riconsiderazione del rapporto di alterità quale condizione vitale dell’identità stessa, del suo rinnovamento, del suo senso effettivo, di contro al processo di sclerotizzazione cui essa incorre nelle diverse forme di trinceramento e di autoesaltazione, come purtroppo sovente accade e come oggi avviene. Particolare importanza assume a tal fine l’opera di Michail Bachtin che, dal suo primo lavoro del 1919, “Arte e responsabilità”, fino agli ultimi scritti degli anni Settanta, ha dedicato l’intera sua opera al rapporto io-altro. Il nostro è un tentativo di ripercorrere, con Michail Bachtin, tematiche e problemi che potremmo indicare sia come filosofici ma anche come ideologici, semiotici, linguistici, sociologici, psicologici e letterari, data l’impossibilità di chiusura della questione dell’altro in specifiche competenze e in precisi campi disciplinari.

La persistenza dell’altro. La singolarità dell’altro fuori dall’appartenenza identitaria

Luciano Ponzio
2020-01-01

Abstract

Viviamo in un momento di emergenza della questione dell’altro e quindi riteniamo che questo nostro incontro su di essa incentrato possa risultare quanto mai attuale e contribuire a una riflessione e a una riconsiderazione del rapporto di alterità quale condizione vitale dell’identità stessa, del suo rinnovamento, del suo senso effettivo, di contro al processo di sclerotizzazione cui essa incorre nelle diverse forme di trinceramento e di autoesaltazione, come purtroppo sovente accade e come oggi avviene. Particolare importanza assume a tal fine l’opera di Michail Bachtin che, dal suo primo lavoro del 1919, “Arte e responsabilità”, fino agli ultimi scritti degli anni Settanta, ha dedicato l’intera sua opera al rapporto io-altro. Il nostro è un tentativo di ripercorrere, con Michail Bachtin, tematiche e problemi che potremmo indicare sia come filosofici ma anche come ideologici, semiotici, linguistici, sociologici, psicologici e letterari, data l’impossibilità di chiusura della questione dell’altro in specifiche competenze e in precisi campi disciplinari.
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