Il saggio di Forcina, dal titolo "Marie d’Agoult. IL privilegio di vivere la storia" ,nelle dense 98 pagine che introducono il volume, presenta la figura poco conosciuta di Daniel Stern (pseudonimo di M.me Marie d’Agoult), testimone privilegiata che condivise con i maggiori intellettuali del suo tempo, insieme all’amicizia e alla partecipazione alle idee democratiche, anche scelte private di libertà. Dopo la separazione del marito, ebbe da Franz Liszt tre figli, tra cui Cosima, più nota per essere stata moglie di Wagner e per aver ideato per lui il famoso teatro di Bayreuth. Il testo presentato in traduzione italiana, traduzione revisionata completamente dalla curatrice, è un documento storico di grande valore, scritto nel clamore di una rivoluzione che dapprima sembrò non violenta e simbolicamente efficace, ma che si trasformò ben presto in altro, narra la storia di un paese tormentato dalla crisi economica, con un debito pubblico insostenibile, stretto tra svalutazione e cadute delle borse, ma dove, contro ogni attesa, la pazienza del popolo aveva sopportato ogni nuova prova e ogni sacrificio imposto. Nonostante un impoverimento che vedeva su 35 milioni di uomini 8 milioni di mendicanti e 4 milioni di operai dal salario incerto,quel popolo nutriva ancora un grande amore per la politica, ma il governo e le classi superiori non volevano chiamarlo alla vita nazionale, mentre i politici di professione si arricchivano in nome degli operai, portavano capitali all’estero o mangiavano sottocosto ostriche e pernici nei ristoranti convenzionati con il Governo. Nell’opera sono analizzati i progetti che promettevano un rinnovamento radicale della società attraverso il diritto al lavoro che, come sottolinea l’autrice, richiesto dal popolo e sollecitato da teorie filosofiche e interventi politici da parte degli intellettuali del tempo: da Saint-Simon a Fourier, da Proudhon, a Cabet, a Leroux ecc., era stato però sostituto dal diritto all’assistenza, che non era nient’altro che la formula ringiovanita dell’elemosina e una sorta di costituzione legale del pauperismo. Il libro ripercorre le principali tappe della rivoluzione, mettendo al centro i protagonisti: Luigi Bonaparte, Buchez, Thiers, Lamartine, Girardin ecc. ma anche gli uomini e le donne del popolo di Parigi e di altre nazioni tra cui l’Italia, dove emerge la figura di Mazzini, amico e corrispondente dell’autrice. Si va, dai giorni lenti e rigidi della formazione dell’opposizione al governo, pieni di discussioni politiche e di “banchetti” (singolare esperienza che caratterizzò la partecipazione politica in quel periodo, e che il testo consente di conoscere e seguire nei dettagli) a quelli impegnati e veloci delle barricate ancora senza violenza, sino allo spargimento di sangue incontrollato. L’autrice si inserisce nella discussione pubblica sull’economia e della politica, cita i giornali e la stampa dell’epoca, ma soprattutto è al suo sguardo e alla conoscenza personale dei protagonisti che si affida, per raccontare come avviene che il controllo su chi governa da parte dell’opinione pubblica possa diventare decisivo, e poi come tutto ciò possa essere annientato.

Daniel Stern: Storia della rivoluzione del 1848

Marisa Forcina
2012-01-01

Abstract

Il saggio di Forcina, dal titolo "Marie d’Agoult. IL privilegio di vivere la storia" ,nelle dense 98 pagine che introducono il volume, presenta la figura poco conosciuta di Daniel Stern (pseudonimo di M.me Marie d’Agoult), testimone privilegiata che condivise con i maggiori intellettuali del suo tempo, insieme all’amicizia e alla partecipazione alle idee democratiche, anche scelte private di libertà. Dopo la separazione del marito, ebbe da Franz Liszt tre figli, tra cui Cosima, più nota per essere stata moglie di Wagner e per aver ideato per lui il famoso teatro di Bayreuth. Il testo presentato in traduzione italiana, traduzione revisionata completamente dalla curatrice, è un documento storico di grande valore, scritto nel clamore di una rivoluzione che dapprima sembrò non violenta e simbolicamente efficace, ma che si trasformò ben presto in altro, narra la storia di un paese tormentato dalla crisi economica, con un debito pubblico insostenibile, stretto tra svalutazione e cadute delle borse, ma dove, contro ogni attesa, la pazienza del popolo aveva sopportato ogni nuova prova e ogni sacrificio imposto. Nonostante un impoverimento che vedeva su 35 milioni di uomini 8 milioni di mendicanti e 4 milioni di operai dal salario incerto,quel popolo nutriva ancora un grande amore per la politica, ma il governo e le classi superiori non volevano chiamarlo alla vita nazionale, mentre i politici di professione si arricchivano in nome degli operai, portavano capitali all’estero o mangiavano sottocosto ostriche e pernici nei ristoranti convenzionati con il Governo. Nell’opera sono analizzati i progetti che promettevano un rinnovamento radicale della società attraverso il diritto al lavoro che, come sottolinea l’autrice, richiesto dal popolo e sollecitato da teorie filosofiche e interventi politici da parte degli intellettuali del tempo: da Saint-Simon a Fourier, da Proudhon, a Cabet, a Leroux ecc., era stato però sostituto dal diritto all’assistenza, che non era nient’altro che la formula ringiovanita dell’elemosina e una sorta di costituzione legale del pauperismo. Il libro ripercorre le principali tappe della rivoluzione, mettendo al centro i protagonisti: Luigi Bonaparte, Buchez, Thiers, Lamartine, Girardin ecc. ma anche gli uomini e le donne del popolo di Parigi e di altre nazioni tra cui l’Italia, dove emerge la figura di Mazzini, amico e corrispondente dell’autrice. Si va, dai giorni lenti e rigidi della formazione dell’opposizione al governo, pieni di discussioni politiche e di “banchetti” (singolare esperienza che caratterizzò la partecipazione politica in quel periodo, e che il testo consente di conoscere e seguire nei dettagli) a quelli impegnati e veloci delle barricate ancora senza violenza, sino allo spargimento di sangue incontrollato. L’autrice si inserisce nella discussione pubblica sull’economia e della politica, cita i giornali e la stampa dell’epoca, ma soprattutto è al suo sguardo e alla conoscenza personale dei protagonisti che si affida, per raccontare come avviene che il controllo su chi governa da parte dell’opinione pubblica possa diventare decisivo, e poi come tutto ciò possa essere annientato.
2012
9788858105825
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/437121
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