Lo studio dei reperti anforici provenienti dallo scavo delle domus di Norba offre lo spunto per esporre qualche riflessione sui traffici commerciali che coinvolsero la città nel periodo tardorepubblicano. Il quadro cronologico è compreso tra la fine del III - inizi del II sec. a.C. e la prima metà del secolo successivo, con una maggiore concentrazione intorno agli ultimi decenni del II sec. a.C. Anche se gli esemplari più antichi sono riconducibili alla produzione delle anfore ‘greco italiche recenti’, il maggior numero di reperti è riferibile alla tipologia delle Dressel 1; una situazione denota una tendenza privilegiata dei commerci Norbani con l’area tirrenica centro-meridionale. Nel repertorio norbano si osserva una netta preminenza di anfore vinarie, mentre le importazioni olearie sono rappresentate da pochi contenitori di produzione brindisina. Sembra dunque che nelle domus di Norba si consumasse olio di produzione locale e che l’importazione di questo prodotto fosse limitata a scarsi quantitativi. Tra le attestazioni provenienti da aree esterne alla penisola, sono presenti (sia pure in misura ridotta) anfore puniche o di tradizione punica e anfore rodie.

Olio di casa, vino da fuori. Considerazioni sulle anfore provenienti dalle domus di Norba

Giovanna Cera
2019-01-01

Abstract

Lo studio dei reperti anforici provenienti dallo scavo delle domus di Norba offre lo spunto per esporre qualche riflessione sui traffici commerciali che coinvolsero la città nel periodo tardorepubblicano. Il quadro cronologico è compreso tra la fine del III - inizi del II sec. a.C. e la prima metà del secolo successivo, con una maggiore concentrazione intorno agli ultimi decenni del II sec. a.C. Anche se gli esemplari più antichi sono riconducibili alla produzione delle anfore ‘greco italiche recenti’, il maggior numero di reperti è riferibile alla tipologia delle Dressel 1; una situazione denota una tendenza privilegiata dei commerci Norbani con l’area tirrenica centro-meridionale. Nel repertorio norbano si osserva una netta preminenza di anfore vinarie, mentre le importazioni olearie sono rappresentate da pochi contenitori di produzione brindisina. Sembra dunque che nelle domus di Norba si consumasse olio di produzione locale e che l’importazione di questo prodotto fosse limitata a scarsi quantitativi. Tra le attestazioni provenienti da aree esterne alla penisola, sono presenti (sia pure in misura ridotta) anfore puniche o di tradizione punica e anfore rodie.
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