Il saggio intende mostrare il rapporto tra dissenso e processi di soggettivazione attraverso la discussione degli scritti che Jan Patočka e Michel Foucault hanno dedicato alla ricerca di sé come critica dell’ordine sociale. L’analisi delle routine quotidiane che strutturano e alimentano il potere, così come la ricostruzione delle politiche del sé in grado di spingere gli individui al di là di comportamenti e valori socialmente legittimati, costituiscono le due dimensioni lungo le quali declinare una critica al potere di tipo soggettivo e microsociale. L’immanenza del quotidiano emerge così come il campo nel quale misurare le forme di resistenza ad un potere che investe la vita nel suo insieme. La ricerca intorno ai processi di soggettivazione come pratiche di costruzione del sé apre la strada ad una interpretazione del dissenso quale istanza individuale di critica all’organizzazione politica, prospettando la possibilità di un cambiamento sociale che sappia ricomporre, seppur momentaneamente, la contraddizione tra individuo e società. L’esercizio di riflessività, cui il dissenso come “politica di noi stessi” conduce, permette di valorizzare il pensiero patočkiano e foucaultiano in un contesto nel quale il processo di individualizzazione prospetta conseguenze contraddittorie tanto per il soggetto quanto per la società.

Il dissenso come politica di noi stessi tra Patočka e Foucault

Emiliano Bevilacqua
;
Davide Borrelli
2018-01-01

Abstract

Il saggio intende mostrare il rapporto tra dissenso e processi di soggettivazione attraverso la discussione degli scritti che Jan Patočka e Michel Foucault hanno dedicato alla ricerca di sé come critica dell’ordine sociale. L’analisi delle routine quotidiane che strutturano e alimentano il potere, così come la ricostruzione delle politiche del sé in grado di spingere gli individui al di là di comportamenti e valori socialmente legittimati, costituiscono le due dimensioni lungo le quali declinare una critica al potere di tipo soggettivo e microsociale. L’immanenza del quotidiano emerge così come il campo nel quale misurare le forme di resistenza ad un potere che investe la vita nel suo insieme. La ricerca intorno ai processi di soggettivazione come pratiche di costruzione del sé apre la strada ad una interpretazione del dissenso quale istanza individuale di critica all’organizzazione politica, prospettando la possibilità di un cambiamento sociale che sappia ricomporre, seppur momentaneamente, la contraddizione tra individuo e società. L’esercizio di riflessività, cui il dissenso come “politica di noi stessi” conduce, permette di valorizzare il pensiero patočkiano e foucaultiano in un contesto nel quale il processo di individualizzazione prospetta conseguenze contraddittorie tanto per il soggetto quanto per la società.
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