Il saggio di Alberto Nutricati reagisce in modo convincente a questa tendenza in atto nel nostro presente. E lo fa attribuendo spazio e atten- zione a fenomeni che l’odierna teologia scientifica liquiderebbe senza indugi come vuoti e privi di rilievo: si occupa, infatti, della dimensione delle fiabe, ciò che di più distante si possa immaginare tanto dal pen- siero calcolante quanto dalla prosaica dimensione dell’assiomatica dell’utile. La fiaba è, per sua natura, “del tutto inutile”, e dunque feconda- mente non allineata con il tempo che elegge l’utile a unico criterio di senso: la fiaba è un elemento simbolico dell’essere al mondo dell’uomo e, per ciò stesso, non vi è popolo che non produca e non abbia prodotto le sue fiabe, perfino nell’odierno tempo in cui si creano sofisticatissime sonde spaziali, in grado di superare i remoti confini del sistema solare, ma non si è più capaci di innalzare un tempio. Il saggio di Nutricati, con stile appassionato e appassionante, prende in esame due fiabe – una proveniente dall’isola di Creta e l’altra dalla Grecìa Salentina – assai simili tra loro, seppure con delle significative differenze. L’approccio adottato da Nutricati nel condurre il suo studio è quello della comparazione archetipico-simbolica, in chiave psicologico-anali- tica: in accordo con tale metodo, le fiabe sarebbero uno strumento fon- damentale per aiutare l’uomo, a prescindere dalla sua età, a percorrere quell’impervio percorso che porta dall’Io al Sé, cioè al pieno sviluppo delle proprie potenzialità. Ad animare la ricerca di Nutricati vi è la consapevolezza che ogni patrimonio fiabesco popolare nasconde una ricchezza; una ricchezza inesauribile – anzitutto simbo- lica – che, trascendendo l’interesse folclorico, si avventura verso l’es- senza stessa dell’uomo, «spingendosi sino ai confini più remoti della sua anima, là dove neppure la coscienza osa inoltrarsi».

Prefazione

Antonio Godino
2016-01-01

Abstract

Il saggio di Alberto Nutricati reagisce in modo convincente a questa tendenza in atto nel nostro presente. E lo fa attribuendo spazio e atten- zione a fenomeni che l’odierna teologia scientifica liquiderebbe senza indugi come vuoti e privi di rilievo: si occupa, infatti, della dimensione delle fiabe, ciò che di più distante si possa immaginare tanto dal pen- siero calcolante quanto dalla prosaica dimensione dell’assiomatica dell’utile. La fiaba è, per sua natura, “del tutto inutile”, e dunque feconda- mente non allineata con il tempo che elegge l’utile a unico criterio di senso: la fiaba è un elemento simbolico dell’essere al mondo dell’uomo e, per ciò stesso, non vi è popolo che non produca e non abbia prodotto le sue fiabe, perfino nell’odierno tempo in cui si creano sofisticatissime sonde spaziali, in grado di superare i remoti confini del sistema solare, ma non si è più capaci di innalzare un tempio. Il saggio di Nutricati, con stile appassionato e appassionante, prende in esame due fiabe – una proveniente dall’isola di Creta e l’altra dalla Grecìa Salentina – assai simili tra loro, seppure con delle significative differenze. L’approccio adottato da Nutricati nel condurre il suo studio è quello della comparazione archetipico-simbolica, in chiave psicologico-anali- tica: in accordo con tale metodo, le fiabe sarebbero uno strumento fon- damentale per aiutare l’uomo, a prescindere dalla sua età, a percorrere quell’impervio percorso che porta dall’Io al Sé, cioè al pieno sviluppo delle proprie potenzialità. Ad animare la ricerca di Nutricati vi è la consapevolezza che ogni patrimonio fiabesco popolare nasconde una ricchezza; una ricchezza inesauribile – anzitutto simbo- lica – che, trascendendo l’interesse folclorico, si avventura verso l’es- senza stessa dell’uomo, «spingendosi sino ai confini più remoti della sua anima, là dove neppure la coscienza osa inoltrarsi».
2016
9788898289721
File in questo prodotto:
Non ci sono file associati a questo prodotto.

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11587/419586
 Attenzione

Attenzione! I dati visualizzati non sono stati sottoposti a validazione da parte dell'ateneo

Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact