All’interno dei più attuali orientamenti storiografici sul rapporto del Mezzogiorno con il Risorgimento italiano e, in particolare, sulle modalità concrete attraverso le quali avvenne il passaggio dai Borbone ai Savoia e sulle scelte avviate dalla classe dirigente liberale nelle prime fasi del processo di edificazione del nuovo Stato, il saggio riflette, alla luce di tre recenti contributi di Ennio Corvaglia, su tre figure di intellettuali che rivestirono ruoli di spicco durante la fase costituzionale del ’48 borbonico e poi inserite, sin dal crollo del regime borbonico, nei vertici del nuovo Stato liberale: Raffaele de Cesare, Giovanni Manna e Costantino Baer. Quel che emerge è la complessità delle loro posizioni, spesso ambigue o comunque per nulla lineari, a conferma della necessità di riflettere più attentamente sui caratteri effettivi del liberalismo meridionale, troppo spesso identificato in una sorta di “uniforme” politica perseguita dalla Destra storica senza invece porre il giusto riguardo alla portata e alla varietà delle sue proposte interne, i cui contenuti variarono spesso a seconda dei tempi o divennero espressione di ipotesi alternative di modernizzazione

Liberalismo e costruzione dello Stato-nazione in Italia. Attorno a tre libri di Ennio Corvaglia

Caroppo Elisabetta
2015-01-01

Abstract

All’interno dei più attuali orientamenti storiografici sul rapporto del Mezzogiorno con il Risorgimento italiano e, in particolare, sulle modalità concrete attraverso le quali avvenne il passaggio dai Borbone ai Savoia e sulle scelte avviate dalla classe dirigente liberale nelle prime fasi del processo di edificazione del nuovo Stato, il saggio riflette, alla luce di tre recenti contributi di Ennio Corvaglia, su tre figure di intellettuali che rivestirono ruoli di spicco durante la fase costituzionale del ’48 borbonico e poi inserite, sin dal crollo del regime borbonico, nei vertici del nuovo Stato liberale: Raffaele de Cesare, Giovanni Manna e Costantino Baer. Quel che emerge è la complessità delle loro posizioni, spesso ambigue o comunque per nulla lineari, a conferma della necessità di riflettere più attentamente sui caratteri effettivi del liberalismo meridionale, troppo spesso identificato in una sorta di “uniforme” politica perseguita dalla Destra storica senza invece porre il giusto riguardo alla portata e alla varietà delle sue proposte interne, i cui contenuti variarono spesso a seconda dei tempi o divennero espressione di ipotesi alternative di modernizzazione
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