Il tono aspramente polemico della Genealogia della morale nasconde una complessa tessitura concettuale. Avvalendosi anche di una serie di fonti inedite il saggio propone una nuova interpretazione di una serie di nodi centrali dello scritto. (Altre fonti inedite nietzscheane sono state pubblicate dall’autore come contributo separato in un’altra sezione dello stesso numero delle Nietzsche-Studien. Vedi prodotto ID 101950.) L’inadeguatezza delle interpretazioni correnti della ‘Genealogia’ è dovuta non da ultimo al fatto che non si considerano le teorie contemporanee cui Nietzsche intendeva contrapporsi. Si semplifica quindi oltre il dovuto la pur altamente speculativa ricostruzione nietzscheana, attribuendogli spesso concezioni caratteristiche delle teorie da lui criticate. Il saggio individua al centro della seconda dissertazione della Genealogia della morale una complessa argomentazione contro la teoria dell’origine della giustizia dal risentimento formulata da Eugen Dühring: respingendo l’interpretazione che questi dà del risentimento Nietzsche descrive i fenomeni reattivi come composti: non ci sono ‘forze reattive’ (contro l’interpretazione di Gilles Deleuze). Applicando il principio nietzscheano secondo cui ‘definibile è solo ciò che non ha una storia’ lo studio segue quindi la ricostruzione dell’origine della ‘responsabilità’, distinguendone le fasi successive e mettendo in luce le complesse relazioni, non l’identità, tra le diverse forme di ‘cattiva coscienza’ ed il risentimento. Lo scritto nietzscheano si propone non da ultimo come una storia della volontà di verità e cerca le origini della comprensione scientifica dell’uomo. L’ipotesi fondamentale è che la conoscenza ascetica di se stessi coltivata nel cristianesimo costituisce l’antenato dell’’autosminuimento dell’uomo’, che secondo Nietzsche caratterizza la modernità. Nel tentativo di emanciparsi da tale immagine dell’uomo e di osservare come dall’esterno l’identità europea contemporanea Nietzsche ricorre ad approcci interculturali provenienti in particolare dall’etnologia e dalla giurisprudenza comparata (J. Kohler, A. H. Post), ma anche dalla filologia classica. Sviluppando alcune riflessioni dell’’Etica dei Greci antichi’ di Leopold Schmidt, Nietzsche individua nell’identità personale dei greci antichi un’alternativa storica alla conoscenza di sé coltivata dalla modernità. Lo studio mostra come la ricostruzione del lavoro attivo di Nietzsche sulle sue ‘fonti’ e della contrapposizione a teorie contemporanee sia necessaria per ricostruire i plessi concettuali fondamentali dello scritto.

Die "Selbstverkleinerung des Menschen" in der Moderne. Studie zu Nietzsches Zur Genealogie der Moral

Brusotti, Marco
1992-01-01

Abstract

Il tono aspramente polemico della Genealogia della morale nasconde una complessa tessitura concettuale. Avvalendosi anche di una serie di fonti inedite il saggio propone una nuova interpretazione di una serie di nodi centrali dello scritto. (Altre fonti inedite nietzscheane sono state pubblicate dall’autore come contributo separato in un’altra sezione dello stesso numero delle Nietzsche-Studien. Vedi prodotto ID 101950.) L’inadeguatezza delle interpretazioni correnti della ‘Genealogia’ è dovuta non da ultimo al fatto che non si considerano le teorie contemporanee cui Nietzsche intendeva contrapporsi. Si semplifica quindi oltre il dovuto la pur altamente speculativa ricostruzione nietzscheana, attribuendogli spesso concezioni caratteristiche delle teorie da lui criticate. Il saggio individua al centro della seconda dissertazione della Genealogia della morale una complessa argomentazione contro la teoria dell’origine della giustizia dal risentimento formulata da Eugen Dühring: respingendo l’interpretazione che questi dà del risentimento Nietzsche descrive i fenomeni reattivi come composti: non ci sono ‘forze reattive’ (contro l’interpretazione di Gilles Deleuze). Applicando il principio nietzscheano secondo cui ‘definibile è solo ciò che non ha una storia’ lo studio segue quindi la ricostruzione dell’origine della ‘responsabilità’, distinguendone le fasi successive e mettendo in luce le complesse relazioni, non l’identità, tra le diverse forme di ‘cattiva coscienza’ ed il risentimento. Lo scritto nietzscheano si propone non da ultimo come una storia della volontà di verità e cerca le origini della comprensione scientifica dell’uomo. L’ipotesi fondamentale è che la conoscenza ascetica di se stessi coltivata nel cristianesimo costituisce l’antenato dell’’autosminuimento dell’uomo’, che secondo Nietzsche caratterizza la modernità. Nel tentativo di emanciparsi da tale immagine dell’uomo e di osservare come dall’esterno l’identità europea contemporanea Nietzsche ricorre ad approcci interculturali provenienti in particolare dall’etnologia e dalla giurisprudenza comparata (J. Kohler, A. H. Post), ma anche dalla filologia classica. Sviluppando alcune riflessioni dell’’Etica dei Greci antichi’ di Leopold Schmidt, Nietzsche individua nell’identità personale dei greci antichi un’alternativa storica alla conoscenza di sé coltivata dalla modernità. Lo studio mostra come la ricostruzione del lavoro attivo di Nietzsche sulle sue ‘fonti’ e della contrapposizione a teorie contemporanee sia necessaria per ricostruire i plessi concettuali fondamentali dello scritto.
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